venerdì 15 giugno 2012

I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums, 2001) di Wes Anderson



 
I Tenenbaum (2001) di Wes Anderson con Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow.Luke Wilson, Owen Wilson, Bill Murray
Royal Tenenbaum aveva una moglie, e tre incredibili figli prodigio (Un campine di tennis, una drammaturga, e un'analista finanziario). Vent'anni dopo quando cercherà di farsi riaccettare in famiglia la troverà irrimediabilmente distrutta.
Il terzo film di Wes Anderson scritto con Owen Wilson è certamente il suo capolavoro. Una commedia dolce-amara con accenni di incredibile comicità surreale e picchi di colorata tragedia. I personaggi sembrano appartenere al mondo dei fumetti (sono vestiti sempre nella stessa maniera), e anche il mondo in cui si muovono sembra a-temporale, isolato dalla realtà. Le soluzioni registiche sono geometricamente perfette come il ricercato accompanamento musicale. Quello che davvero incanta è l'universo di Wes Anderson genialmente kitsch, colorato da toni pop e incorniciato da didascalie. La sua poetica (ricorrente in tutti i suoi film) caratterizzata dalla semplicità lirica, dalla cretività pittorica e dai suoi personaggi malinconicamente dolenti, qui è al suo apice espressivo.






                                  
                                   http://www.youtube.com/watch?v=VsdQJA3hPvk


                                  http://www.youtube.com/watch?v=kQWIWbiyaYE




Frasi/Citazioni dal film I Tenenbaum:

"Lo so che tutti mi hanno sempre considerato uno stronzo: è il mio stile."
"Quello che tutti sanno è che Custer è morto a Little BigHorn. Questo libro dice che... potrebbe non essere così"
"Insomma non si può essere stronzi tutta la vita e poi riparare allo sbaglio?"
"Ogni famiglia ha la sua pecora nera, in questa lo sono tutti."
-"Lui mi salvò la vita sapete. Trent'anni fa fui accoltellato in un bazar a Calcutta. Lui mi portò in spalla fino all'ospedale."
-"Chi ti aveva accoltellato?"
-"Sempre lui. C'era una taglia sulla mia testa e lui era un killer a pagamento. Mi piantò nelle budella un coltellaccio..."



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